Il nobile Dno Tranquillo Pythio

© di Luigi Zuchi – 5.2012

 


Lo stemma del nobile doct. jure Tranquillo Pythio

 

            A Sutri, in via San Francesco (nell’antica contrada della Mesagna a confine con il vocabolo Merolo, volgarizzato Mergoli) è tuttora visibile una casa, abitata nel 1500 dall’egregio nobile doct. jure Tranquillo Pythio, ancora conservata integra nell’architettura Rinascimentale.

La tradizione leggendaria sutrina, senza riscontri documentali, in particolare gli anziani la definiscono “la casa o palazzo di Ponzio Pilato” e la dedica di una foto del 1907 di Sante Bargellini, conferma tale indicazione. I più illustri storici della vita di Ponzio Pilato, eletto prefetto di Giudea dall’imperatore Tiberio e restato in carica per dieci anni (26-36 d.c.), analizzando il cognome “Pontius” lo dichiarano discendente della antica famiglia “Pontia” di chiara origine sannitica. La leggenda sutrina aggiunge che tutti i discendenti maschi di Ponzio Pilato nascevano con un’unghia nera nella mano.  

         I genitori del nobile Tranquillo erano Ser Francesco Pythio (spesso dai notai volgarizzato in Pichio) e nobile Dna Alessandra figlia di Leonardo Maristelli, i quali si erano sposati in Sutri, nella Chiesa di San Francesco, davanti l’altare maggiore, con atto del notaio Placido Franchi del 17.6.1479 prot.50 e la dote promessa dal padre di Dna Alessandra era di 200 fiorini. Dal matrimonio erano nati due figli maschi di nome Tranquillo e Solaris (nato nel 1496).

         Ser Francesco Pythio era morto i primi giorni del maggio 1496 lasciando la moglie Dna Alessandra Maristelli quale tutrice dei figli minori Tranquillo e Solaris.

Nei primi mesi del 1520, durante una rissa il giovane nobile Dno Solaris Pythio era stato ucciso dal nobile Aurelio Rogeri figlio di Giacomo Antonio Rogeri (che diventerà Governatore della citta di Foligno). Per tale delitto il nobile Aurelio Rogeri era stato espulso dalla città di Sutri per otto anni (con proibizione anche di transito), condanna conferita dal luogotenente del Cardinale Paolo Emilio Cesi, governatore perpetuo di Sutri. Ma, il 30.7.1522 prot.174 con atto del notaio Paolo fu Ser Giulio Pierleoni il nobile Aurelio Rogeri era rientrato nella città di Sutri, dopo il pagamento di una penale di 500 ducati alla camera apostolica di S.Pietro in Tuscia.

         Il nobile doct. jure Tranquillo Pythio con atto del 28.7.1507 prot.46 del notaio Nicola Rofolo, sposa la nobile donna Domitilla figlia del fu nobile Pirrano Mancinelli speziale (a sua volta figlio del fu nobile doct.med. Antonio fu Francesco Mancinelli e moglie nobile Dna Polisena fu Giuletto Anguillara del ramo di Capranica), intervengono all’atto lo zio di Domintilla nobile doct. jure Giovanni Mancinelli (fratello di Pirrano) e il nobile Angelo fu Giovanni dei nobili Anguillara di castro Capranica (nipote della nobile Dna Polisena Anguillara), per il doct. jure Tranquillo Pythio interviene la madre nobile Dna Alessandra Maristelli. La dote conferita da Giovanni Mancinelli e garantita dal nobile Angelo Anguillara (milite aurato) è di 300 fiorini.

         Il nobile doct.jure Tranquillo Pythio (ovvero Pichio) occupa posti di alta responsabilità nella comunità della Antica Civitas Sutrina, tanto che il 23.1.1532 prot.119 con atto del notaio Giovanni Conti le viene affidato l’incarico da parte del Cardinale Paolo Emilio Cesi, Governatore perpetuo della città, della riscossione delle gabelle della comunità Sutrina da versare alla Camera apostolica di tre mesi in tre mesi. Lo stesso risulta coestensore delle modifiche apportate allo statuto Sutrino antecedente il 1551 (ogni Governatore perpetuo dell’Antica Civitas di Sutri, poco dopo il suo insediamento, apportava modifiche allo statuto Sutrino, adeguandolo ai tempi con la collaborazione del Confaloniere i due Anziani e il Sindaco nonché, giuristi del calibro di Pietro Paolo fu Alessandro Spinosi, Torquato fu Giov. Battista Zefiro e Tranquillo Pithio. (vedi i Governatori perpetui: Card. Paolo Emilio Cesi nominato il 23.11.1523, Card. Nicola Ridolfi nominato nel 1539 e successivamente Card. Giovanni Morone nominato nel 1550).

         Spesso, Tranquillo Pythio quale avvocato rappresentava anche il monastero di S.Bernardino di Viterbo per l’alienazione di beni che lo stesso possedeva in Sutri.

         L’8.12.1546 prot.309 con atto del notaio Giovanni fu Francesco Cialli, la nobile Dna Domitilla Mancinelli, moglie del nobile Tranquillo Pythio, fa redigere il suo testamento e dichiara di essere sepolta nella Chiesa di San Francesco, nel puteo (pozzo) posto nella Cappella della visitazione della Madonna a Sant’Elisabetta, Cappella che era jus patronato del marito Tranquillo Pythio (Cappella che attualmente non è più visibile, ma che presumiamo era in uno degli altari nella navata sinistra vicino la cappella di S.Antonio e che dopo i lavori di restauro della Chiesa eseguiti negli anni ’85 le 3 cappelle a sinistra della Chiesa, parzialmente dirute, sono state demolite, compresa la rimozione delle croci in terra che individuavano i sepolcri dei defunti) e nomina erede universale il marito nobile Dno Tranquillo Pythio.

A proposito della Cappella della Visitazione di S.Elisabetta, le fonti storiche citano un quadro rappresentante tale soggetto, ma, dopo la neve del 1956 che aveva parzialmente danneggiato il tetto della Chiesa di S.Francesco (fondata nel 1222 sotto il nome di S.Angelo a Ripa), nella parte sinistra della navata, con il conseguente inagibilità delle funzioni religiose, si era verificato un inaudito saccheggio dei beni e reliquie del luogo. Nonostante il recupero da parte delle Autorità del tempo, di parte dei dipinti (oggi presso il museo del Patrimonium), il dipinto della Cappella della Visitazione sia nei personaggi che nel contesto crea dei dubbi di autenticità. Comunque, un famoso tabernacolo del 1500, una croce indorata, parte dell’organo e luminari antichi si sono volatizzati.    

         Il 6.5.1547 prot.310 con atto del notaio Giovanni fu Francesco Cialli, il nobile doct. jure Tranquillo Pythio fa il testamento, dichiarando di essere sepolto nella Chiesa di San Francesco, nella Cappella della Visitazione di S.Elisabetta (suo jus patronato), dona 300 scudi per il restauro della Cappella (somma enorme per i tempi) fa tanti legati a favore delle varie chiese di Sutri, vita natural durante concede l’uso della sua casa all’Ill.mo domino di Vejano Onofrio Santacroce, e nomina eredi universali le cugine Lucia e Anna fu Adriano Maristelli, monache nel Monastero di San Bernardino in Viterbo, non dimenticando di lasciare alle pedisseque e serve 30 scudi ognuna. Atto in casa del testatore in contrada Mesagne, al confino con la proprietà degli eredi del Dno Girolamo Mezzaroma, beni del nobile Francesco Soma e via pubblica. Il nobile doct. jure Tranquillo Pichio morì 11.5.1547.

 


Stemma del nobile Tranquillo Pythio nell’atrio del Comune di Sutri

        

La nobile famiglia dei Maristelli

Stemma della nobile famiglia dei Maristelli

 

 

            Nell’appartamento soprastante la casa del nobile doct. jure Tranquillo Pythio, gli stemmi di famiglia non recando indicazioni del nominativo appartengano alla nobile famiglia dei Maristelli.

Il capostipite della famiglia dei Maristelli era il nobile Leonardo fu Apollonio Maristelli, il quale aveva 6 figli che rispondevano ai nomi di Alessandra, Bonifacio, Evangelista, Adriano, Aurelia e Daniele.

                   Il 5.12.1483 prot.52 per atto del not. Placido Franchi, la nobile Dna Adriana del fu Pietro Pretarelli dichiara che nel mese di agosto del 1483 morì suo marito Ser Bonifacio del fu Leonardo Maristelli e dal matrimonio erano nate le figlie legittime Emilia e Innocenza e nel mese di dicembre morì anche la figlia Innocenza. Curatore della superstite figlia fu nominata la madre nobile Dna Adriana Pretarelli.

         Il nobile Rev. Evangelista del fu Leonardo Maristelli fu nominato Vescovo di Tivoli nell’anno 1491 e detenne la carica fino al settembre 1499 anno della sua morte.  

         In un atto del 20.5.1499 prot.42 rogato dal notaio Nicola Rofolo, sappiamo che il nobile Adriano fu Leonardo Maristelli era sposato con la nobile Dna Angela fu Damiano Panalfuti vice-comitibus, sutrino e che era deceduta senza figli nell’anno 1498.

         Per atto del notaio Placido Franchi rogato l’11.11.1498 prot.61, il nobile Adriano Maristelli aveva sposato, in seconde nozze la nobile Dna Ippolita fu Antonio Luzzi e la dote, conferita dallo zio di Dna Ippolita, il Rev. nobile Giacomo Luzzi, famoso Vescovo di Caiazzo, era di 1.000 fiorini.

         Il 20.11.1498 prot.61, per atto del notaio Placido Franchi, la nobile Dna Aurelia fu Leonardo Maristelli, con la presenza del fratello Adriano, aveva sposato il nobile Antonio Ciglioni di Tuscania e la dote conferita per il matrimonio ammontava a 800 fiorini.

         Da vari atti notarili rileviamo che il nobile Daniele fu Leonardo Maristelli era coniugato con la nobile Dna Antonina …. di Roma e che dal matrimonio erano nati due figli di nome Giovanni Francesco e Stefano. Il nobile Daniele Maristelli possedeva una ferriera in Sutri in località Grassano, in rivo molini, e un’altra ferriera in località pratoro (oggi le Prata) oltre vari beni nel Borgo Sutrino.

Per atto del notaio Placido Franchi del 11.1.1507 prot.68, la nobile Dna Emilia figlia del fu Bonifazio Maristelli sposa il nobile Luca Antonio fu Francesco Rocchetta di Tuscania e la dote promessa dallo zio nobile Daniele Maristelli, tramite il nipote nobile doct. jure Tranquillo Pythio, ammonta a 1.000 fiorini. Tra i vari beni posseduti da Dna Emilia Maristelli era compreso l’albergo della “Corona” posto nel borgo di Sutri e successivamente alienato per la somma di 280 scudi.

         Il 4.2.1537 prot.187, per atto del notaio Paolo fu Ser Giulio Pierleoni, il nobile Giovanni Francesco fu Daniele Maristelli, civis romano, sposa la nobile Dna Faustina fu Giacomo Galli (in precedenza sposata con il fu nobile Francesco fu Evangelista Anguillara e madre del famoso fondatore del teatro moderno nobile Giovanni Andrea dell’Anguillara), la dote conferita dalla nobile Dna Faustina ammonta a 1800 ducati. Atto stipulato in Sutri, in domo ecc. doct. jure Tranquillo Pithio, in contrada Mesagne. Dal matrimonio del nobile Giovanni Francesco Maristelli e Dna Faustina Galli non nasceranno figli, ed entro pochi anni Giovanni Francesco morirà in Roma.


Stemma della nobile famiglia Maristelli

 

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