La nobile Dna Sarra Blaselli

© di Luigi Zuchi – 10.2011

 

Sutri - Chiesa di San Francesco – iscrizione Dna Sarra Blaselli

All’ingresso della Chiesa di San Francesco a Sutri, nella parte destra rileviamo una iscrizione marmorea dedicata a Dna Sarra Blaselli. Chi era costei? Al riguardo ci viene in aiuto la documentazione degli atti notarili conservati presso l’archivio storico di Sutri.

La nobile Dna Sarra Blaselli nasce a Sutri il 2.10.1520 dal nobile professor Giacomo fu Annechino Blaselli (notaio e proprietario dell’albergo della Corona sito nel Borgo in parrocchia S.Paolo sotto la rupe della Civitas e valutato ducati 450 nel 1517) e dalla nobile Dna Lucrezia fu Ser Lucantonio fu Michele Florenzoli (notaio) abitanti in Sutri nella antica contrada Mesagne vicino la Platea Fori (oggi Piazza del Comune) e precisamente lo stabile oggi posto tra via Piave e Via V.Veneto.

I genitori della nobile Dna Sarra Blaselli si erano sposati in Sutri il 5.11.1513 prot.82 con atto a rogito del notaio Scipione Quaglioni e la dote, costituita dal nobile arch. Pierfrancesco fu Michele Florenzoli, a favore della nipote nobile Dna Lucrezia Florenzoli (di 14 anni) ammontava a 400 ducati.

Il 28.9.1529 prot.111 per atto del notaio Giovanni Conti, il padre di Dna Sarra nobile Dno Giacomo Blaselli dichiara che la figlia in seguito ad una caduta accidentale ha perso sangue nelle parti vaginali e tanto per futura verità al fine di evitare scandali.

Per atto del notaio Giovanni Conti del 10.3.1531 prot.118 sappiamo che pochi giorni prima è deceduto il nobile prof. Giacomo Blaselli senza testamento come dichiarato dalla moglie Dna Lucrezia Florenzoli e Sarra, figlia unica di anni 11, eredita l’intera proprietà paterna e tutrice viene nominata la madre Dna Lucrezia.

La nobile famiglia dell’Avv.to Michele fu Angeluzzo Florenzoli, sutrino, sposato con la nobile Dna Evangelista di Mariotto Mattei di Magliano Sabina, della quale parleremo diffusamente in una prossima pubblicazione, possedeva svariati beni a Sutri (casa in Porta S.Pietro e orto a confine con Dno Rogerio Rogeri e casa in contrada Mesagne e il molino di S.Rufino nel borgo) a Viterbo (casa e negozi) e a Civita Castellana un castello posto in contrada Rivo Maggiore. Il nobile Placido, figlio del fu Pier Francesco Florenzoli detto lo Colonnello (famoso architetto e noto comandante militare, nominato nel 1525 sovrintendente di tutte le fortezze militari della Chiesa sotto il papato di Clemente VII con una paga annuale di 300 scudi) nato nel 1531 o 1530, cugino di Dna Lucrezia, nel 1549 aveva sposato la nobile Dna Orinzia fu Silvio Rogeri, sutrina e la dote conferita dal nobile Pompeo fratello di Orinzia ammontava a mille scudi. Il 29.5.1562 prot. 267 a rogito del notaio Ser Domenico Palozzi il nobile Placido fu Pier Francesco Florenzoli aveva venduto al nobile Ippolito fu Alfonso Altoviti un negozio (apoteca) in Viterbo in contrada San Quirico detta la svolta ed altri due negozi in parrocchia San Biagio contigui alla piazza del Palazzo del Governatore di Viterbo per il prezzo di 270 scudi. Il nobile Placido Florenzoli Cav. di San Pietro e conte Palatino aveva la facoltà, concessa dalla Camera Apostolica, di nominare i notai ed il 4.1.1563 prot.268 a rogito del notaio Ser Domenico Palozzi aveva nominato notaio il dno Marco Aurelio Massari di Civita Castellana. Il 25.10.1544 prot. 307 a rogito del notaio Ser Giovanni Cialli il nobile Placido Florenzoli dona alla nobile Dna Lucrezia Florenzoli, cugina ed alla figlia Dna Sarra Blaselli la somma di 500 fiorini a riconoscenza dei tanti benefici ricevuti.       

Con atto del 9.2.1539 prot.123 del notaio Giovanni Conti, con l'intervento della madre nobile dna Lucrezia Florenzoli, Dna Sarra Blaselli si sposa con il doct. jure Torquato Zefiro figlio del fu Giovanni Battista Zefiro di Luniano (ora Lugnano in teverina), Castellano, Commissario e Procuratore e del Card. Alessandro Farnese in castro Ronciglione (atto del 17.5.1521 prot.168 not. G.B.Ladislai) la dote conferita da Dna Lucrezia fu Ser Lucantonio Florenzoli è di 500 ducati.

Dal matrimonio nascono i figli: Giovanni Battista, Druso, Isabella, e Manlio nato il 1.5.1552 ed altri figli morti in giovane età.

Il 16.1.1552 prot.199 a rogito del notaio Ser Paolo Pierleoni il doct. utrius jure Dno Torquato Zefiro aveva venduto un suo molino ad olio a Giovanni Angelo Trasatto di Luniano posto in terra Lugnano in teverina sotto la casa di detto Trasatto al confine con i beni di Torquato Zefiro, per l’importo di scudi 115.

Il 13.10.1560 prot.351 per atto del notaio B.A.Mezzaroma, la nobile Dna Sarra Blaselli fa il testamento e dichiara di essere sepolta nella chiesa di San Francesco nel puteo della Cappella di San Berardino, eredi universali nomina i figli Giovanni Battista, Druso, Isabella, Sforzia e Mallio. Sarra morirà l'8.11.1560 (è vissuta 40 anni).

Per atto del notaio Pomponio Mancinelli del 30.5.1566 prot.341, con l’intervento del doct. jure Torquato Zefiro e della Priora del Monastero della SS.Concezione (ord. Carmelitane) sora Giustina Cantarelli, in contrada Porta San Pietro, si conviene l’ingresso nel Convento di Dna Isabella figlia di Torquato e della fu dna Sarra Blaselli. La dote conferita dal doct. jure Torquato Zefiro è la consegna dell’intero Agro in tenimento Sutri in contrada Fonte la Chiusa, in loco detto lo castellaro (o lo castellaro de figliolelli), vita natural durante di Dna Isabella, nonché la somma di 150 scudi per il mantenimento della stessa nel Monastero.

Ma il 20.10.1578 prot.399 per atto del notaio Pompeo Locatelli, la nobile Dna Isabella fu Torquato Zefiro, con la presenza dei fratelli Giovanni Battista, Druso e Manlio sposa il Dno Francesco Mariotti di Vetralla e la dote promessa dai fratelli ammonta a 600 scudi, evidentemente Dna Isabella, dopo il periodo di prova ha rinunciato all’abito monacale.

Il 18.1.1571 prot.153 per atto del notaio Curzio Francesco, il doc.jure Dno Torquato Zefiro, spesso nominato Confaloniere, Sindaco e Giudice della Comunità Sutrina, fa il testamento e dichiara di essere sepolto nella Chiesa di S.Francesco nel puteo della Cappella di S.Bernardino dove è sepolta sua moglie e nomina eredi i figli Giovanbattista, Druso, Manlio e Isabella. Il doct. jure Torquato Zefiro morirà il 12.2.1573.

Il figlio maggiore del Dno Torquato Zefiro e della fu Dna Sarra Blaselli doct.jure Giovanbattista Zefiro, sicuramente a Roma, nel 1567 sposa la nobile Dna Lavinia fu Giulio Ceci romana e dal matrimonio nascono i figli: Bruto nato il 15.1.1569, Sarra nata il 23.4.1570, Clarice il 18.3.1575 e Torquato nato l' 1.2.1579. Il doct.jure Dno Giovanbattista Zefiro muore senza testamento nel febbraio del 1583 eredi i figli Bruto, Sarra, Clarice e Torquato e tutrice la madre nobile Dna Lavinia Cecia.

Il nobile Dno Druso Zefiro, figlio di Torquato e Sarra, con atto del 24.5.1581 prot.384 a rogito del notaio Pietro Petrini si sposa con dna Livia figlia del nobile Rogerio Rogeri (nobile famiglia che possiede ferriere a Sutri e Ronciglione ed immobili a Roma, lo stemma di famiglia è posto nell’arco di Via P.Manosio sotto la propria abitazione e rappresenta un leone che mangia una serpe). La dote promessa è di scudi 1.500 di cui 200 in contanti e il residuo mediante la consegna, dopo la consumazione del matrimonio, di una ferriera posta in Sutri loc. le prata. Dal matrimonio non nasceranno figli e Druso morirà forse nell’anno 1584 (anno in cui Dna Livia Rogeri, in seconde nozze, sposa il Dno doct.medicine Quintilio Pontaleo).

Il 16.12.1592 prot.426 not. Trinciante, Dna Sarra fu Giovanbattista Zefiro con l'assistenza dei fratelli Dno Bruto e Torquato e le presenza della madre nobile Dna Lavinia Cecia romana, sposa il Capitano Dno Ottavio Ladislai. La dote è di 700 scudi.

Il 30.11.1593 prot.426 Dno Bruto, figlio del fu Giovanbattista e Dna Lavinia Cecia, sposa Ottavia Regia figlia di Dna Cecilia Cialli e del fu Dno Giovanbattista Regii di Viterbo, la dote è di 1.000 scudi. Dal matrimonio nasceranno i figli: Lucrezia nata il 30.4.1595, Dolcissima nata il 26.1.1598, Giovanbattista nato il 30.7.1600 e Bernardino nato il 9.10.1603.

Torquato, figlio del doct.jure Giovanbattista Zefiro e Dna Lavinia Cecia, diventerà Canonico della Chiesa Cattedrale Sutrina.  

nota *** …..Il Magnifico noto architetto Pier Francesco fu Michele Florenzoli detto lo Colonnello, infermo in corpore ma sano di mente, in presenza dei testimoni Dno Berardino Alessandri notaio de Urbe, Dno GiovanBattista Luciani de Bologna, Dno Giulio Arronibi de Trevi, Dno PierLatino Latini de Viterbo, Dno Giovanni Rosi de Pastina e magistro Pietro Vecce de Civita Castellana dettò il proprio testamento in Urbe Roma il 1.8.1537 nel Palazzo Farnese, ospite dell’Ill.mo Dno Pierluigi Farnese. Poi, dopo il suo decesso e precisamente il 28.8.1537 fu redatto l’inventario dei suoi beni. Nel testamento Pier Francesco Florenzoli espresse la volontà di essere sepolto in Civita Castellana nella Chiesa di San Francesco, lasciò al Vescovo di C.Castellana scudi 5, a Giulio Ruis suo servo scudi 4, a Francesco Ser Angeli di C.Castellana scudi 2, a Francesco Zozi di C.Castellana scudi 2, a Pucciolo di C.Castellana scudi 3, a Dionora sua serva fiorini 30 e una vigna in contrada Valli di C. Castellana, nominò eredi universali i propri figli minorenni Ascanio e Placido con la curatela e tutela del nipote Michele figlio del fu Aristotile Florenzoli. (Michele Florenzoli ex canonico nel 1523, a 14 anni, era rettore della Chiesa di S.Angelo di Barbarano).

I beni inventariati il 28.8.1537 in presenza del tutore e curatore dei figli minorenni Michele Florenzoli erano così descritti:

-Una casa a Viterbo a confine con i beni del tutore e curatore Michele e gli eredi del sig. Orsino de Mugnano che ha le parti di sopra;

-La casa a Viterbo sotto la sopradetta con stalla e cantina che messer Pier Francesco acquistò da Bernardino di Vitorchiano;

-L’orto di Viterbo nella Cava, appresso i beni di Basilio di Tachino e gli eredi di Tosnio e i beni del tutore Michele;      

-Casa posta in Civita Castellana in contrada di Mezzo, la strada pubblica da due lati, presso i beni di Girolamo di Stabia;

-Casa in Civita Castellana appresso ai beni dei predetti eredi e tutore e sopra a Girolamo de Stabia la quale messer Pierfrancesco la comprò da Felice e Pierfrancesco Colica;

-Casa del fieno con la stalla di sotto contigua alla casa del sopradetto Girolamo di Stabia, oltre orto e suoi confini;

-Castello in C.Castellana in contrada Rio Maggiore con la sua cerchia da piedi;

-Un prato posto nel Chieno che messer Pier Francesco lo comprò dalla figlia di Bensapete, circa tre falciate;

-Un negozio posto in Piazza con la parte abitativa di sopra comprato da Luca di Toto;

-Un pezzo di prato posto in loc. “lo Chieno” di una falciata acquistato da Marciano di Renzo di Villola;

-Un pezzo di terra in Valsiarosa appresso alla propria vigna acquistato da Giorgio,Marco e Giovanni di Marinza;

-Un orto posto nella sopradetta città contiguo ai beni degli eredi di Ser Giacomo Panalfuci, la strada maestra, i beni del tutore Michele e Mariano di Renzo di Villola;

-Un uliveto nella contrada dei prati;

-Le viti della vigna di Valsiarosa e il terreno del tutore e curatore Michele;

-Il campo di Monte Ritorto nel quale si sementa ruggia quattro;

-Il campo di Monte Orso nel quale si sementa rugia quattro;

-Il campo in Nello Gallo nel quale si sementa ruggia quattordici, nel quale il tutore Michele dice di avere due ruggi, secondo la divisione dei loro padri;

-Le Ischie di là e di qua di Treja al fosso di Treja, non molto distanti dal fiume, vicino i beni di Girolamo Fazio e altri suoi confini;

-Un altro posto di Ischie appresso ai beni degli eredi di Mag. Giacomo Panalfucio; più vicino al fiume al di qua di Treja nelle quali sopra due Ischie e sopra detto tutore Michele deve averne l’ottava parte;

-Un pezzo di terra in Cochieto, circa a tre quarti semente, confina col fiume;

-Un prato di circa 2 falciate posto nella contrada dello Chieno nella contrada di Valle Noci;


                                            

* Avvertenza per studiosi e ricercatori. Il presente articolo è citabile in pubblicazioni cartacee con la seguente modalità: Autore, titolo articolo, anno di creazione.

 

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