1. Liberato comprotettore di Sutri

© di Luigi Zuchi – V.2015

 

Dipinto di S.Liberato - Chiesa Cattedrale Cappella di S.Dolcissima

 

Il compianto Marco Carloni era solito ricordare, con un certo disappunto, che negli anni 50 del secolo scorso, precisamente dal 1952 al 1956, si è persa a Sutri l’usanza della processione in onore di San Liberato, compatrono della Città e che, di conseguenza, col passare del tempo è venuta meno sia la tradizione della festività del Santo che la devozione dei Sutrini verso lo stesso.

In questo breve sunto si è cercato di ricostruire parzialmente tale antica devozione, sperando che le future generazioni possano ripristinare tale culto elemento essenziale della memoria storica Sutrina. Il nome di San Liberato, certamente per dimenticanza, è stato rimosso anche dal calendario liturgico laziale.

San Liberato abate stanziante nel monastero di Gafsa (Tunisia), di osservanza Agostiniana, testimone per la fede cattolica, nel 484 per ordine del Vandalo Unnerico di fede Ariana, subì il martirio unitamente a 6 altri monaci Maccabei (Bonifacio, Servo, Rustico, Rogato, Settimio e Massimo) nel porto della città di Cartagine, crocifissi in una nave. Ovvero, Unnerico ordinò che fossero gettati in carcere incatenati e fossero provati con i flagelli e messi su una nave con fasci di legna e legati ad esse e lasciati in mare a bruciare. Vennero portati tutti al mare e messi su una nave e conficcati mani e piedi al tronco della nave, invano tentarono di bruciarli, a questo punto Unnerico ordinò che fossero colpiti con i remi, uno per uno, fino a spaccar loro il capo e così morirono. Quando i corpi dei santi riemersero dal mare e tornarono a galla, le onde li spinsero sulla riva. La folla dei cattolici seppellì i corpi di S.Liberato e degli altri Martiri nel Monastero di Biga con grande solennità.

S. Liberato Martire fu nominato Comprotettore e Compatrono della Città di Sutri prima dell’anno 1664, quando fu nominata Protettrice e Patrona Santa Dolcissima in sostituzione di S. Eusebio Vescovo e San Felice prete, nell’anno del contaggio epidemico bovino.

San Liberato aveva la sua Cappella nella chiesa di S. Maria di Monte Bono (Madonna del Carmine), jus-patronato della Comunità sutrina, con annesso convento di proprietà dei frati Carmelitani Osservanti della Congregazione di Mantova ed il 17 Agosto di ogni anno vi si celebrava la festività in suo onore con l’intervento del Capitolo della Cattedrale, il Magistrato, i responsabili della Comunità, la banda musicale e i fedeli, con processione che partiva dalla Cattedrale, con il busto argenteo di San Liberato con le sue reliquie.

Nel libro di Mons. Giacomo Gentili (Memorie del Borgo-1933) si cita che l’officio e la Messa di S. Liberato martire fu concesso con Decreto della Congregazione dei Riti del 30.6.1671 dal Pontefice Clemente X.

Il culto di S. Liberato Martire a Sutri è documentato sin dagli inizi dell’anno 1600 e officiato, in forma privata, dai frati Carmelitani Osservanti della Congregazione di Mantova nella chiesa di S. Maria di Monte Bono.

Il Canonicato di S. Liberato martire fu eretto nella Cattedrale di Sutri sin dal 1626 ed il primo beneficiato era il sutrino canonico Girolamo Mezzaroma.

In un atto testamentario del 3.1.1600 donna Bartolomea, moglie di Antonio di Arezzo, dona una tovaglia all’altare di S. Liberato posto nella chiesa di S. Maria di Monte Bono per la salvezza dell’anima sua.

Il 20.12.1634 il domino Graziolo Arrigoni di Bergamo, residente in Sutri, marito di donna Francesca Magnanti (già vedova di Bartolomeo Zuchi), nel suo testamento dichiara di lasciare alle Cappelle della SS. Concezione e San Liberato esistenti nella chiesa di S. Maria di Monte Bono scudi uno per ogni altare, da pagare dopo la morte del testatore, ad ogni giovane donna, che ha la cura di dette Cappelle, le quali hanno l’obbligo di far celebrare una messa in detti altari per la salvezza dell’anima sua.

In un atto del 28.6.1667 il testatore Bernardo figlio di Giovanni Firmano di Milano, giacente infermo in letto, nella sua abitazione in Sutri e temendo la futura morte dichiara di essere sepolto nella chiesa Cattedrale di Sutri e lascia alla Cappela di San Liberato esistente nella chiesa di S. Maria di Monte Bono la somma di scudi 2 e bolognini 50 per celebrare tante messe, per la salvezza dell’anima sua.

Il 17.8.1667 la Comunità di Sutri aveva pagato al maestro Tiburzio Gran Cane direttore della Banda musicale di Canepina e Vignanello, la somma di scudi 2 per aver suonato nella festa del martire San Liberato.

Il 17.8.1668 la Comunità di Sutri aveva pagato al maestro di Banda musicale sig. Giovanni Olivieri di Bagnaia e compagni la somma di scudi 2 per aver suonato per la festa di San Liberato del 17 corrente.

Il 16.9.1673 il sig. Domenico Michelini di Canepina, Biferaro si obbliga a favore della Comunità della città di Sutri in persona del Confalloniere domino Girolamo Mancinelli e Anziani di venire a suonare in tutte le feste principali cioè Pasqua Rosata, Corpus Domini, festa dell’Assunta, S. Liberato e S. Dolcissima con i suoi musici per la mercede di scudi 18 da pagarsi conforme al solito e altri scudi 2 da dargli cioè uno alla festa di S. Liberato e uno alla festa di S. Dolcissima liberamente.

La stessa spesa della Banda musicale che accompagnava la processione alla Madonna del Carmine fu affrontata dalla Comunità negli anni successivi fino al 1756.

Il 14.4.1689 il Vescovo Francesco Giusti in visita alla Chiesa di S. Maria di Monte Bono (Madonna del Carmine), dichiara che il 17 Agosto di ogni anno si celebra la festività di San Liberato con processione che parte dalla Città, per la forte devozione del popolo Sutrino si raccolgono molte elemosine che devono essere impiegate in beneficio della Cappella di S.Liberato.

 

Busto argenteo di S. Liberato con reliquario-Museo Patrimonium

 

Il 17 agosto del 1702 il Priore della Chiesa di S. Maria di Monte Bono frate Berardino Gruffetto promette di consegnare al sig.Pietro Paolo Mancinelli, Santese di detta Chiesa il capo ovvero testa argentea con le reliquie di S.Liberato, portate in processione dal reverendo Capitolo della Chiesa Cattedrale di Sutri alla chiesa di S.Maria di Monte Bono. Il Santese dichiara di consegnarle alla chiesa della SS. Concezione nel Monastero delle Monache Carmelitane della città di Sutri, tramite il deputato sig. Marco Filippo Cialli uno dei due deputati di detto Monastero. Il busto argenteo era stato donato dal Marchese Marcello Muti-Papazzurri alle Monache Carmelitane della SS. Concezione, come si rileva dall’iscrizione e stemma nella base del reliquiario.

Il 15.2.1704 il Vescovo Joseph Cianti Arberinus in visita alla chiesa di S. Maria di Monte Bono dichiara che l’altare di S.Liberato è bene ornato e vi è una croce con l’immagine del Crocefisso.

Nell’anno 1756 durante la festa di San Liberato “il busto argenteo con le reliquie di detto Santo fu abbandonato nella chiesa di S.Maria di Monte Bono e fu portato via con sommo disdoro da un pazzo di Bassano, entro un sacco, fino al territorio di detto luogo ove fu sopraggiunto casualmente”.

Su tale episodio, la voce popolare ipotizzò, a suo tempo, uno scambio con il busto di S. Gratiliano travisando la realtà.

Nonostante le reiterate proteste dei frati Carmelitani di S. Maria di Monte Bono, la processione di S. Liberato dall’anno 1757 si svolse sempre all’interno della città di Sutri e fu gestita dal Capitolo della Chiesa Cattedrale.

Nel 1861 il pittore Giovanni de Boni di Monte Fiore di Fermo (già autore del dipinto esistente nella chiesetta di S. Martino poi detta di S. Rocco), dipinse la figura di S. Liberato che verrà collocata nella Cappella di S.Dolcissima nella chiesa Cattedrale.

 

altare di S.Liberato nella chiesa della Madonna del Carmine