La chiesa di S. Biagio

© di Luigi Zuchi I-2016

 

 

Quadro di S.Biagio dipinto di forma ovale del XVI sec-museo del Patrimonium

 

         I compianti Marco Carloni e il generale Girolamo Mancinelli, sutrini veraci e veri conoscitori della storia della Città di Sutri, tramandavano oralmente che nella vecchia contrada Mesagne ovvero Mezzagna nei pressi delle fondamenta dell’arco romano esisteva ed è tuttora presente un antico sito romano poi nei primi tempi dell’era cristiana trasformato in Chiesa. La struttura del sito lascia stupiti i visitatori in essa si concentra la storia romana poi medievale dell’antica Civitas sutrina. Tale importante monumento, da pochi conosciuto, a due passi dall’antica Platea fori dovrebbe essere opportunamente valorizzato e reso usufruibile a turisti e amanti della storia cittadina, siamo certi che le future generazioni provvederanno al riguardo.   

La chiesa di S.Biagio, presumibilmente una delle più antiche della Civitas, era posta nell’attuale via Roma civ. n.4 ed al suo interno sono tuttora ben visibili le antiche mura e archi romani e i resti del luogo di culto. Nel medioevo e fino al 1547 il contiguo arco romano, le cui fondamenta sono ben evidenziate nella struttura, veniva denominato Arco di S. Biagio.

L‘ubicazione della chiesa in una recente pubblicazione (Sutri nel Medioevo-2008) è stata scambiata con la chiesa di S. Lorenzo che era posta in Platea fori (Piazza del Comune n.39) i cui resti della navata sinistra sono ben visibili nell’androne della contigua via S.Lucia al civico n.1.

 

La ex chiesa di S. Biagio in Via Roma civ.n.4

 

-L’11.11.1403[1] il rettore della chiesa di San Biagio era il rev. presbitero Paolo Pucciarelli Paluzzi di Sutri, il quale con l’assenso del Vescovo sutrino Rev. Bernardo di Roma dell’ordine Carmelitano, locava in enfiteusi perpetua, ad Antonello Giovanni di Bagnocavallo residente in Sutri, un pezzo di terra di sei rasole posto nel tenimento di Sutri in contrada i Creti, di proprietà della chiesa di S. Biagio, da scassellare e ridurre a vigna entro tre anni. Dopo tre anni il locatore doveva dare annualmente al rettore della chiesa, durante la vendemmia cinque parti del mosto. Atto in Sutri nel palazzo vescovile, presente il Vescovo nonché il presbitero Gregorio Renzi canonico sutrino e Alberto Cardinali germano del Vescovo.

-L’1.12.1403[2] il rettore della chiesa di San Biagio, rev. presbitero Paolo Pucciarelli Paluzzi di Sutri, con volontà, decreto e assenso del Vescovo sutrino Rev. Bernardo di Roma dell’ordine Carmelitano, concedeva in locazione a Petruccio Nucci e suo fratello Antonio, una casa diruta che minacciava rovina, con camera contigua posta in civitate Sutri in contrada Mesagne a confine con detta Chiesa. Il locatore si impegnava a restaurare la casa e la camera contigua che era e restava adibita al divino culto per uso del Rettore e dei suoi successori, impegnandosi a ricostruire i muri, solario, tetto e finestre ed altro necessario entro un anno dalla presente data.

-Il 24.4.1407[3] il rettore della chiesa di San Biagio, rev. presbitero Paolo Pucciarelli Paluzzi di Sutri, con volontà, decreto e assenso del Vescovo sutrino Rev. domino frate Andrea di Siena, locava in enfiteusi perpetua ad Antonello fu Giovanni di Bagnocavallo, abitante in Sutri, quattro rasole di vigna posta in tenimento Sutri in località i Creti, con patto che alla vendemmia il locatore si impegnava annualmente a concedere la quarta parte del mosto prodotto in detta vigna.

-Il 4.2.1448[4] Il rettore della chiesa di San Biagio di Sutri era il venerabile domino Lelli di Galerio.

-Il 14.12.1451[5] il venerabile domino Angelo Stella Arciprete sutrino e rettore e governatore della chiesa di S.Biagio da una parte e Ladislao fu Andrea Angeluzzi per sé e domino Toma e Taddeo suoi fratelli dall’altra parte, rimisero ogni lite, vertenza ed arbitrato sulla proprietà di un orto posto nella città di Sutri, contiguo alla chiesa di S.Biagio, al Vescovo di Sutri e Nepi Rev. Giacomo Cordoni.

-Il 19.2.1460[6] il venerabile domino Angelo Stella Arciprete sutrino e rettore e governatore della chiesa di S.Biagio dava in locazione perpetua una vigna già scassellata in tenimento Sutri in contrada Pian Porciano ad Angelo Colere detto “Guardalommi” sutrino il quale annualmente si impegnava, durante la vendemmia a consegnare al rettore della chiesa sette parti di mosto.

-Il 25.2.1490[7] il rettore della chiesa di S. Biagio di Sutri era il rev. Mariotto Celletti di Nepi.

-Il 26.12.1498[8] il presbitero Giacomo di Jacoppinis Vicario del Rev. Joannardo de Magalottis Vescovo di Sutri e Nepi aveva nominato rettore della Chiesa di S. Biagio di Sutri il Rev. Calisto Giovanni Linizie della curia di Nepi, dopo la morte del presbitero Mariotto Celletti di Nepi.

-Il 2.1.1507[9] il presbitero Giacomo Ser Stefani di Forano (diocesi in Sabina) rettore della chiesa di S.Biagio vendette per tre anni prossimi futuri a Ser Scipione Quaglioni figlio del fu Giacomo Ceccoli (notaio) ogni frutto e reddito e provento dei beni di detta Chiesa posti nel territorio di Sutri, per il costo annuo di 45 Carlini da pagare ratealmente nei seguenti termini:

15 Carlini in Pasqua di resurrezione; 15 Carlini nella festa di S.Maria assunta in cielo nel mese di Agosto e 15 Carlini alla festa di S.Biagio.

-Il 3.2.1510[10] Ser Scipione Quaglioni quale procuratore del presbitero Giacomo Ser Stefani di Forano rettore della chiesa di S.Biagio di Sutri, con il consenso e autorità del venerabile presbitero Ambrosio Ladislai rettore della chiesa di S.Giovanni del Monte e Vicario del vescovo di Sutri e Nepi Rev. Paolo Emilio Bruni, diede in locazione in enfiteusi a Paolo del fu Pietro Alessi di Roma, abitante in Sutri, un pezzo di terra posta in tenimento Sutri nella contrada dei Creti, al confine della proprietà di S.Benedetto detta la vigna tonda e proprietà indivisa fra la chiesa di S.Maria e la chiesa di S.Silvestro e la via pubblica, da scassellare e ridurre a vigna entro quattro anni e dopo 4 anni, in tempo di vendemmia consegnare annualmente al rettore della chiesa di S.Biagio una anfora di mosto ovvero moscatello per ogni zappa di detta vigna.  

-Il 14.12.1511[11] Ser Scipione Quaglioni procuratore del presbitero Giacomo Ser Stefani di Forano rettore della chiesa di S.Biagio locava al sig. Milano di Lombardia, per 9 anni da rinnovare di tre anni in tre anni una canepina di proprietà della Chiesa  sita in Rivo Rotto da ridurre a canneto per l’importo di due Carlini per ogni anno.

-Il 6.10.1521[12] Alessandro Ristotani di Sutri, con presenza, consenso e volontà di Ser Scipione Quaglioni procuratore del presbitero Giacomo Ser Stefani di Forano sabinen diocesi, canonico nepesino, rettore della chiesa di S.Biagio della città di Sutri, presente e consenziente vendeva a Galeazio fu Stefano Respici del comitato di Piacenza al presente abitatore in Sutri, i miglioramenti di una vigna di proprietà della chiesa di S.Biagio sita in tenimento Sutri, in contrada i Creti, per la quale dà alla chiesa, ogni anno, nella vendemmia una acquareccia di mosto per ogni zappa di vigna, per il prezzo di fiorini otto in ragione di 35 bolognini per ogni fiorino.

-Il 20.1.1536[13] il rettore della chiesa di S.Biagio risultava il presbitero Nicola Fertin originario delle Fiandre detto anche Nicola francigena.

-Il 26.12.1537[14] il canonico Nicola Fertin rettore della chiesa di S.Biagio locava in enfiteusi a Girolamo Mezzaroma sutrino una vigna posta in tenimento Sutri in contrada i Creti con responsione annuale di cinque anfore di mosto.

-Il 22.5.1547[15] il rettore della Chiesa di S.Biagio Nicola Fertin dichiarava che da più anni nella chiesa non si celebrava la messa in quanto il tetto era parzialmente diruto ed i muri di vetustate consunti e che le rendite della chiesa ammontanti annualmente a carlini 60 non erano sufficienti al restauro, e pertanto provvedeva con assenso del Vescovo di Sutri e Nepi, Pietro Antonio Angelini di Cesena, di profanare la chiesa ed i benefici trasferirli in una Cappella da costruire presso la chiesa Cattedrale vicino il Campanile nel lato dell’orto del Vescovato, previo assenso del Papa.

-Il 14.12.1548[16] il Papa Paolo III con bolla del 13.5.1547 aveva autorizzato la profanazione delle chiese di S.Tommaso, posta nel borgo di Sutri, prima della salita di Porta Franceta ovvero Porta Gallice poi Porta Gallia, e S. Biagio posta nella civitas Sutrina in contrada Mesagne al confine con proprietà di Tommaso e Giovanni Ladislai, proprietà Avario Avari e l’arco detto Arco di S.Biagio, proprietà Valentino Ungari, strada pubblica e altro lato, da convertire ad uso profano.

Il rettore della Chiesa Nicola Fertin aveva locato in enfiteusi perpetua ai sigg. Mariano fu Agostino Petrilosci, Francesco fu Domenico Sabbe di Sutri e Michelangelo fu Francesco Rubei di Vignanello abitante in Sutri, spadario, l’area della chiesa da trasformare in tre apoteche (negozi) per il costo annuale di 31 Carlini da pagare nella festa della natività di ns. sig. Gesù Cristo. A Mariano   Petrilosci la terza parte dell’area della ex chiesa verso l’Arco di S.Biagio al confine con proprietà Valentino Ungari; a Francesco Sabbe la terza parte a lato della proprietà della casa del fu G.Battista Ladislai, in basso; a Michelangelo Rubei la terza parte restante.

-Il 19.10.1552[17] dopo la morte del presbitero Nicola Fertin la Cappella di S.Tomasso e San Biagio posta nella Cattedrale di S.Maria di Sutri, fu assegnata con relativi benefici e prebende, al presbitero Alessandro Petrilosci figlio di Mariano.

 

Parete destra con fondamenti dell'arco

 

S. Biagio nato in Armenia nel 3 secolo è morto a Sebaste (Armenia) il 3.2.316 era medico e successivamente Vescovo della sua città, a causa della sua fede venne imprigionato dai romani e durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro che servivano per cardare la lana. Morì decapitato, la ricorrenza è il 3 febbraio.

Attributi: Bastone pastorale, candela, palma, pettine x lana e bambino supplicante. Patrono di malattie della gola.

A Sutri il 3 febbraio, da immemore tempo, dopo la solenne messa il parroco fa la benedizione della gola dei singoli fedeli con due candele legate da un nastro intrecciate ed accese (da vari anni spente). Le candele vengono benedette il giorno precedente per la festa della Purificazione di Maria e della presentazione di Gesù al Tempio.

 

[1]  Atto del notaio Stefano Marcoli protocollo n.370.

[2]  Atto del notaio Stefano Marcoli protocollo n.387.

[3]  Atto del notaio Stefano Marcoli protocollo n.1074.

[4]  Atto del notaio Pietro Giacomo fu Nardo Cristofori volume n.27.

[5]  Atto del notaio Giovanni Cobuzi volume n.21.

[6]  Atto del notaio Giovanni Cobuzi volume n.22.

[7]  Atto del notaio Ippolito Conti volume n.25.

[8]  Atto del notaio Placido Franchi volume n. 62.

[9]  Atto del notaio Nicola Rofolo volume n. 46.

[10]  Atto del notaio Nicola Rofolo volume n.48.

[11]  Atto del  notaio Ser Giovanni Conti volume n.101.

[12]  Atto del notaio Ser Giovanni Conti volume n. 108.

[13]  Atto del notaio Gianbattista Ladislai volume n.171.

[14]  Atto del notaio Gianbattista Ladislai volume n.170

[15]  Atto del notaio Ser Domenico Palozzi volume 278.

[16]  Atto del notaio Ser Domenico Palozzi volume 278.

[17]  Atto del notaio Ser Domenico Palozzi volume 279.

 

Vista centrale della Chiesa di S. Biagio

 Edicola nella chiesa di S. Biagio