La famiglia di Giacomo Pontaleo

  © Luigi Zuchi 6.2012

 

Stemma e timbro di Quintilio Pontaleo

  Stemma e timbro di Quintilio Pontaleo


Nella Chiesa di San Francesco in Sutri, vicino l’altare maggiore troviamo il sepolcro del dottore in medicina Domino Quintilio fu Giacomo Pontaleo con lo stemma di famiglia e la data del 1583.

Iniziamo questa rievocazione storica dal padre del dottor Quintilio, il dottore in medicina Dno Giacomo Pontaleo che era figlio di Sebastiano di Antonio Pontaleo (volgarizzato anche Impontaglie o Impontaleo) e madre Dna Aurelia fu Gabriele Absalonni.

I genitori del doct. Giacomo Pontaleo si erano sposati in Sutri il 3.2.1508 prot.80 per atto rogato dal notaio Scipione Quaglioni, in presenza di Antonio fu Pietro Pontaleo padre di Sebastiano e dall’altra parte Dna Gabriella Caprini madre di Aurelia e vedova di Gabriele Absalonni. La dote promessa da Dna Gabriella ammontava a 150 fiorini da versare in rate dopo la consumazione del matrimonio. Atto stipulato in Sutri nella chiesa di S.Maria Cattedrale sotto l’altare del Salvatore presenti il rev. presbitero Giacomo Titi, Ser Francesco Soma e Angeluzio Sansonetti.

Sebastiano fu Antonio Pontaleo esercitava l’arte di speziale (farmacista) e gestiva l’aromataria, di proprietà del nobile Angelo fu Giovanni dell’Anguillara del ramo di Capranica, posta nel Borgo minor di Sutri (oggi individuata in una porzione dell’immobile di proprietà S.Bannister, di fronte Porta Gallice seu porta Franceta, ubicata nella parte centrale del fabbricato che guardava l’antica Piazza di S.Cecilia) poi nel 1528 trasferita in Piazza del Comune (l’antica Platea Fori).

Il 12.10.1533 prot.296 del notaio Giovanni Cialli, Sebastiano Pontaleo è rimasto vedovo della moglie Donna Aurelia Absalonni e con a carico i due figli di nome Giacomo ed Agostino.

Il dottore in medicina Dno Giacomo Pontaleo prima dell’anno 1539 aveva sposato Donna Caterina del fu Michele Azzeccare, sutrina.

Il 4.1.1542 prot.305 del notaio Giovanni Cialli, il Dno Giacomo Pontaleo aveva dato in locazione per tre anni la propria farmacia (apoteca aromataria) posta in Sutri in Platea Fori (oggi Piazza del Comune e precisamente il locale a piano terra situato nel palazzo Picchiorri oggi adibito a tabaccheria) a suo tempo locata al Dr. Giacomo Pontaleo dagli eredi del nobile Severino Moscardi, a Tomasso del fu Aloisio Ladislai per il costo annuo di 13 scudi e bolognini 15.

Il 21.3.1547 il Domino Giacomo Pontaleo unitamente al nobile Pietro Manosio erano stati dalla Comunità (Confaloniere e Anziani) nominati per un anno medici condotti della civitas Sutrina, per il compenso totale di scudi 120 da dividere in parte eguale. L’atto era stato stipulato dal notaio Giovanni fu Francesco Cialli Cancelliere della Comunità e prevedeva che nel caso uno dei medici per causa di morte ovvero infermità o altro impedimento non esercitava la condotta, l’altro doveva provvedere senza ulteriore compenso a sostituirlo nell’attività. Che i medici siano obbligati curare tutti i Sutrini e ragazzi da 14 anni in giù. Ma i garzoni che stanno a salario mensile od annuale e non abbiano residenza in Sutri per un anno o qualsivoglia altro forestiero deve pagare il medico. Il medico si può assentare dalla Citta per un giorno ed una notte sola. Senza la licenza del Confaloniere ed anziani non possono assentarsi oltre tre notti continue.

Il 6.3.1558 prot. 263 a rogito del notaio Domenico Palozzi, il doct. medicine Giacomo Pontaleo fa redigere il testamento e dichiara di essere sepolto nella chiesa di S. Francesco e nomina eredi universali i figli minori Paolo e Quintilio e istituisce la dote per la figlia Ortensia la quale vuole abbracciare la fede monacale, quale suora Carmelitana nel convento di Sutri.

Il 12.4.1558 prot.263 a rogito del notaio Domenico Palozzi, il Domino Giacomo Pontaleo vedovo di Caterina Azzeccare sposerà Donna Theodosia del fu Pietro Gregori già vedova del fu Pietro Poppari.

Il Domino Giacomo Pontaleo, spesse volte ricoprirà la carica di Confaloniere della Comunità, morirà nel gennaio del 1561 nella sua casa in Sutri, un contrada Mesagne nella Piazza di S. Francesco a confine con il Convento dei frati Francescani conventuali (la sua abitazione corrispondeva a parte dell’attuale palazzo Cialli-Mezzaroma), lasciando eredi i figli minorenni Paolo e Quintilio.

Il Domino doct. medicine Quintilio Pontaleo figlio di Giacomo e Dna Caterina Azzeccare il 6.2.1578 prot.366 per atto del notaio Biagio Antonio Mezzaroma, si sposa con Donna Flavia figlia del Domino Rotilio Peregrini di Capranica. La dote promessa dal padre di Donna Flavia ammonta a 1.000 scudi da erogare in rate entro 3 anni dalla consumazione del matrimonio. Dal matrimonio del Dno Quintilio Pontaleo e Dna Flavia Peregrini nascerà il 3.9.1579 un figlio di nome Giacomo battezzato presso la Cattedrale S.Maria di Sutri.

In una dichiarazione del 15.11.1578, firmata di proprio pugno, il dott. medicine Domino Quintilio Pontaleo confermava di aver ricevuto dalla Comunità Sutrina l’importo di 50 scudi quale paga di 8 mesi di professione di medico della Comunità.

Il 28.5.1584 prot.386 del notaio Pietro Petrini, il Dno Quintilio Pontaleo, a seguito della morte della moglie Dna Flavia Peregrini, sposa la nobile sutrina Dna Livia del fu Rogerio Rogeri, a sua volta vedova del Dno Druso Zefiro. Intervengono all’atto oltre Quintilio i fratelli di Dna Livia nobili Dno Francesco e Dno Curzio Rogeri. La dote promessa è di 1.300 scudi rappresentati da una ferriera di proprietà della famiglia Rogeri sita in Sutri loc. le prata (tuttora denominata la ferriera delle Prata in località Selcione per un valore di 1.000 scudi e per i residui 300 scudi un pezzo di terreno di sei quarte in contrada Acquasona ed un terreno di quattro rubbia in contrada Rio Suriano in vocabolo Destendino, sotto il convento di S.Giacomo in valle Capranica).

In seguito ad improvvisa malattia, la nobile Dna Livia Rogeri il 5.9.1585 prot.370 per atto del notaio Biagio Antonio Mezzaroma, detta il proprio testamento e dichiara di essere sepolta nella Chiesa di S.Silvestro, dove sono sepolti i suoi antecessori appena dopo l’ingresso nella parte sinistra, lascia un legato alla sorella Lavinia monaca Carmelitana e nomina erede universale il fratello Dno Curzio (l’altro fratello Francesco è già deceduto).

Il 30.12.1586 prot.434 del notaio Camillo Cotices, il Domino Quintilio Pontaleo unitamente al fratello Paolo stipula un atto di convenzione con i frati Minori conventuali della Chiesa di S.Francesco per l’uso di un puteo (sepolcro) collocato vicino l’altare maggiore, da usufruire fino alla quarta generazione, per la sepoltura dei familiari. Dall’atto si rileva che la tomba di famiglia è già stata costruita al momento della stipula dell’atto comprensiva dello stemma di famiglia ed è a confine con il tumolo della famiglia del doct.medic. Pompeo Ser Simone.

Dal matrimonio del Dno Quintilio Pontaleo e Dna Livia Rogeri nascono i figli:

-Caterina nata il 26.7.1587; -Caterina nata il 16.10.1588;-Ortensia nata il 17.2.1590;-Ortensia nata il 6.10.1591;-Sulpizia nata l’11.4.1594;-Paolo nato il 10.10.1595. Tutti prematuramente deceduti eccetto Caterina nata il 16.10.1588.

In un atto rogato il 23.9.1589 prot.404 a rogito del notaio Pompeo Locatelli, il Dno dottore in medicina Quintilio Pontaleo, Priore e cofondatore della Confraternita della Cappella del Cordone nella Chiesa di San Francesco, stipula una convenzione con i frati Conventuali per creare una Cappella con andito davanti, in essa Chiesa esistente e detta Cappella è attualmente sotto il titolo di San Giuseppe a lato verso il Convento vicino la Cappella di Sant’Antonio da Padova nella parte destra dell’altare maggiore, facendo pozzi (putei) per sepolture riservate ai Confrati e nella seconda domenica di Ottobre fare una grande Messa cantata con processione per la festa del Cordone. La Confraternita per tale convenzione verserà ai frati francescani scudi 25 ed annualmente per la Festa del Cordone scudi due.

La festa del Cordone è ricordata in un atto rogato dal notaio Angelo Antonio Nesola il 13.10.1680 “furono vestiti di bianco 5 bambini e 8 bambine di Sutri e intervenuti alla processione e Messa cantata oggi solennemente celebrata nella Cappella del Cordone di San Francesco ed alla fine della Messa le 8 bambine imbussolate e da un bambino sia stata estratta dall’urna Domitilla figlia di Andrea Mazzini alla quale è stata riconosciuta la dote di 25 scudi al momento che sarà maritata”.

Il 5.6.1592 per atto del notaio E.Trinciante, Dna Livia Rogeri, forse malata, fa un nuovo testamento, dichiara di essere sepolta nella chiesa di S.Francesco e nomina erede universale la figlia Caterina e usufruttuario il marito Quintilio, ma in caso di morte della figlia nomina erede universale il fratello Dno Curzio Rogeri.

Il 5.12.1604 prot.457 notaio Marzio Lezi, il Domino Quintilio Pontaleo unitamente alla moglie nobile Dna Livia Rogeri con l’assenso anche del figlio Giacomo (nato dalla fu Dna Flavia Peregrini) stipula il contratto di matrimonio tra la figlia Caterina e Giovanni Cialli (nato il 14.2.1581) figlio di Dno Giulio fu Giovanni Cialli e madre Dna Laura Reggi di Viterbo. La dote conferita è di scudi 1.500 che Quintilio verserà al padre dello sposo nei seguenti termini: 200 scudi entro il natale corrente, 900 scudi a maggio del prossimo anno e i residui 400 scudi dopo la morte di Dna Livia Rogeri. Dal matrimonio di Dna Caterina Pontaleo e Dno Giovanni Cialli nascono i figli Giulio Carlo, Quintilio e Barbara Cialli.

Il 21.1.1605 prot.458 notaio Marzio Lezi, il Domino Quintilio Pontaleo redige il testamento e dichiara di essere sepolto nella chiesa di S.Francesco nel puteo di sua proprietà e vorrà essere sepolto con indosso l’abito di S.Francesco. Dona alla chiesa un organo da utilizzare per le messe solenni. Nomina erede universale la figlia Caterina e usufruttuaria e patrona la moglie Dna Livia Rogeri. L’atto è stipulato nella casa del testatore in contrada Mesagne, in platea S.Francesco al confine con il convento e la strada pubblica.

L’11.3.1606 per atto a rogito del Cancelliere della comunità Sutrina notaio Arcangelo Pierleoni, il dottore in medicina Quintilio Pontaleo viene nominato medico condotto per il compenso di 145 ducati annuali da erogare parzialmente ogni 4 mesi, con l’obbligo di esercitare la sua attività sia di giorno che di notte a tutti i Concittadini, con assistenza ai malati negli Ospedali della Città ed extra. Prestare assistenza a tutti i religiosi residenti in Città e suo distretto e prestare assistenza alle monache della SS. Concezione nel proprio monastero in contrada Porta San Pietro e non potrà allontanarsi o pernottare fuori Città senza il consenso del Confaloniere e Anziani della Comunità.

Il 1° ottobre del 1612 il Domino Quintilio Pontaleo dichiara di proprio pugno che è affetto da “morbo gravio e letalis” e richiamato il testamento pubblico del 21.1.1605, dopo i soliti legati a favore di Chiese e confraternite di Sutri, conferma erede universale la figlia Caterina e usufruttuaria e patrona la moglie nobile Dna Livia Rogeri. Presumiamo la sua morte avvenuta prima del 28.5.1621.

La moglie di Quintilio nobile Dna Livia Rogeri l’ 8.2.1622 come da atto del notaio Francesco Mandolino era vivente.

Il 28.1.1633 per atto del notaio Tranquillo Lezi, sappiamo che nei giorni precedenti è deceduto il Capitano Giovanni fu Giulio Cialli e la moglie Dna Caterina Pontaleo assume la carica di tutrice e curatrice dei figli minori Giulio Carlo, Quintilio e Barbara e l’1.2.1633 per atto dello stesso notaio si procede all’inventario dei beni del defunto Cap. Giovanni Cialli.

Il 16.4.1647 prot.489 per atto del notaio Tranquillo Lezi, sappiamo che Dna Caterina Pontaleo è deceduta ed eredi risultano i figli Giulio Carlo e Quintilio.

Il tumolo della sepoltura di Quintilio Pontaleo nella Chiesa di San Francesco, diventerà di proprietà della famiglia Cialli, in particolare del dottore in medicina Giulio Carlo figlio del fu Cap. Giovanni Cialli e madre Dna Caterina Pontaleo.