La Chiesa di San Giovanni del Tempio

© di Luigi Zuchi   VII-2015

 

Altare maggiore della Chiesa di S.Giovanni del Tempio

 

Questo breve sunto documentale della Chiesa di San Giovanni del Tempio ha origine dalla memoria orale del compianto amico Marco Carloni,  vero storico della città di Sutri, il quale riferiva che le due immagini di San Giovanni Battista a destra e San Girolamo a sinistra, nel superstite dipinto della Madonna con il Bambino in braccio, tuttora presente nell’altare maggiore della Chiesa, furono asportate da non identificati profanatori dopo la famosa nevicata del 1956 che aveva danneggiato parzialmente il tetto della Chiesa.

Sul fronte della Chiesa, sotto lo stemma della Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo vi è un’iscrizione marmorea del seguente tenore “HAEC ECCLESIA CUM SUIS BONIS PERTINET AD COMMENDAM S.M. IN CARBONARIA DE VITERBIO S. RELIG. HIEROSOLIMITANAE FRATER OCTAVIUS TANCREDES EQUES HIEROSOLIMITANUS ET COMMENDATOR POSUIT” .

 

LA CHIESA, L’OSPEDALE, I COMANDATARI 

La Chiesa di San Giovanni del Tempio dell’ordine dei Gerosolimitani ovvero Templari, (dal 1670 detta anche ”Madonna del Tempio”) con annesso contiguo Ospedale, era ubicata entro le mura del Burgus Major della Civitas di Sutri con accesso dalla Porta Martula e contiguo il fontanile denominato fonte martula a confine con la strada romana e retro Valle S.Angelo, oggi il viale di accesso alla villa Savorelli e dipendeva, unitamente alle chiese di S.Maria de floricasso a Vetralla e di San Giulio a Civitavecchia, dalla Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo il cui rettore nel febbraio del 1385 era frate Pietro di Andrea Pucciarelli da Corneto, dell’ordine di San Giovanni Gerosolimitani [atto 11.2.1385 volume 5 prot.115 notaio Stefano Marcoli].

Nel novembre del 1405 il rettore della chiesa di San Giovanni del Tempio, che era ancora lo stesso frate Pietro Pucciarelli, aveva locato per 5 anni ad Antonio Guazzaroni di Sutri un pezzo di terra, di proprietà della chiesa, posto in contrada Rotoli per il costo di un fiorino annuo [Archivio notarile di Sutri, atto 16.11.1405 protocollo 540, notaio Stefano Marcoli].

Il 10.12.1475 il reverendo frate Andrea di Sicilia, rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri e comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo, aveva nominato suo procuratore e fattore il sutrino Chirico Chiricozzi il quale aveva locato in enfiteusi perpetua a Georgio Teutonico, per 20 bolognini annuali, un casaleno di proprietà della chiesa posto in Burgo Martula al confine con l’Ospedale di detta Chiesa con patto e condizione che detto Chirico concedeva a Georgio di appoggiare la parete del casaleno alle fondamenta dell’Ospedale [atto del notaio Placido Franchi volume 49].

Il 23.7.1481 Chirico Chiricozzi procuratore e fattore di frate Andrea di Sicilia, milite Gerosolimitano, rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri, locava per tre anni con diritto di rinnovo al nobile Antonio Luzzi sutrino, una casa grande posta dietro la Chiesa di San Giovanni del Tempio, sita in Burgo Martula e valle S.Angelo, per il costo di 45 bolognini annuali. Il locatario prometteva di restaurare il tetto ed altri lavori necessari a detta casa magna. Il procuratore Chirico prometteva al locatario il rinnovo della locazione dopo i tre anni a condizione che il restauro della casa fosse terminato. Atto in Sutri, in Burgo nell’apoteca di Antonio Luzzi presenti i testi Ser Bonifacio Maristelli, Giovanni Menici e Giuliano Cecchi di Sutri [atto del notaio Placido Franchi volume 51].

Il 25.4.1485 il sig. Chirico Chiricozzi procuratore e fattore del Domino Filippo Scalfinati, comandatario della Chiesa di S. Giovanni del Tempio, locava in enfiteusi perpetua un pezzo di terra posto nel territorio di Sutri in contrada Pian Ceraso a Francesco Andreozzi con condizione di scassellare e lavorare detto terreno e ridurlo a vigna entro il termine di tre anni. Dopo i tre anni Francesco Andreozzi si impegnava a concedere al locatore la sesta parte del mosto prodotto in detta vigna [atto del notaio Placido Franchi volume 53].

Il 19.2.1487, il Domino Filippo Scalfinati de mediolano, Comandatario della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri aveva nominato suo procuratore ed economo, per la gestione dei beni in Sutri il venerabile Don Bartolomeo di Tinova del comitato di Firenze, diocesi di Arezzo [atto del notaio Placido Franchi volume 54].

Il 25.10.1487, il reverendo Bartolomeo dell’ordine di San Benedetto, procuratore e negoziatore del Domino Filippo Schiafanati  rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri, vende ogni frutto, reddito e provento della detta chiesa a Laurenzio fu Chirico Chiricozzi sutrino, per tre anni prossimi futuri per il prezzo di ducati 12 papali di oro in oro per ogni anno da pagare alla festività di natale [atto del notaio Nicola Rofolo volume 36].

Il 12.12.1489 il sig. Laurenzio Chiricozzi, fattore, sindaco ed economo del rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio, Domino Filippo Schiafanati, locava a Blasio Maddaleni un pezzo di terra posta nel territorio di Sutri in contrada Monte Bono, da ridurre a vigna entro 4 anni dal presente contratto, con obbligo del locatore di corrispondere al rettore della chiesa, per ogni anno futuro 7 parti di mosto prodotto in detta vigna [atto del notaio Placido Franchi volume 55].

Il 25.3.1490 il sig. Laurenzio Chiricozzi, procuratore del rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio, Domino Filippo Schiafanati, locava in enfiteusi un casaleno sito in Sutri in Borgo Martula unito al muro di detta chiesa e che tende fino alle fondamenta di Porta Martule da ridurre a casa a Francesco Angelo Gabrieli e Evangelista suo genero, con condizione che alla festa di S.Maria del mese di agosto debba pagare 27 bolognini per ogni anno. Con diritto di poter appoggiare legna e legnami alla parete di detta chiesa [atto del notaio Placido Franchi volume 56].                

Il 30.5.1490, il sig. Laurenzio Chiricozzi, procuratore del rettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio, Domino Filippo Schiafanati, locava in enfiteusi perpetua un casaleno sito in Sutri in Borgo Martula a confino con proprietà della Chiesa, posto vicino al casaleno locato a Francesco Angelo Gabrieli al confine con Porta Martula da ridurre a domus al Magistro Guglielmo ballistario il quale dovrà corrispondere per censo al rettore della Chiesa bolognini 27 per ogni anno [atto del notaio Placido Franchi volume 56].

Il 27.8.1501, il Domino Prospero Gatteschi rettore della Chiesa di S.Maria in Carbonara di Viterbo aveva nominato suo procuratore per la Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri il rev. Petruccio Evangelista Nicolini di Vetralla [atto del notaio Ippolito Cobuzi volume 26].

Il 12.12.1508, Ser PietroAngelo Marzi di Bagnoregio, procuratore, negoziatore e gestore del Rev.Domino Sisto de Ruera Priore in Roma e Comandatario Gerosolimitani in provincia e precettore della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri, locava ed affittava a Giovanni Pietro Cheri di Piemonte ospite nell’albergo del Leone di Sutri e Nicola Clerici sutrino, ogni singola possessione, case, boschi e frutti e proventi della chiesa di S.Giovanni del Tempio nel territorio di Sutri per tre anni iniziando dal 1 gennaio p.v. per ducati 16,5 da pagare il giorno 17 settembre di ogni anno [atto del notaio Scipione Quaglioni volume 80].

Il 9 novembre del 1522 il Domino Giovanni Donato de Laude di Mediolano, fittuario dei beni della chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri, con l’autorizzazione del frate Giovanni Battista Pratelli rettore dell’Ospedale e della Chiesa di San Giovanni del Tempio, locava fino alla terza generazione mascolina, un pezzo di terra sito in territorio di Sutri in contrada Poggio San Giovanni del Tempio ad Alessandro fu Giovanni Ardizzone di Sutri per il canone annuo di 10 bolognini da pagare alla festività di Natale [atto del notaio Scipione Quaglioni volume 89].

Il 16 febbraio 1529, il magistro Marcello di Ser Placido di Sutri con presenza, consenso e volontà di Saba di Francesco Pertuselli di Sutri, fattore e negoziatore di Baldasaris di Viterbo rettore della chiesa di S.Giovanni del Tempio di Sutri, locava e concedeva a Cristoforo Muscolella di Sutri un suo canneto censuato detta Chiesa per il pagamento di 4 bolognini ogni anno [atto del notaio Marco Curzi volume 149].

Il 18.1.1530, il nobiluomo Girolamo Schiattensi romano, fratello e procuratore del frate Giovanni Battista Schiattensi di Roma, Comandante di S.Maria in Carbonara di Viterbo e suo membro la chiesa di S. Giovanni del Tempio di Sutri, locava una vigna posta nel tenimento di Sutri in contrada Monte Bono, di proprietà della chiesa, a Fabio Sabe di Sutri il quale si impegnava a corrispondere annualmente una acquareccia di mosto per ogni zappa di detta vigna [atto del notaio Marco Curzi volume 150].

Il 23 settembre 1537, Ser Giacomo Antonio Ritozza (notaio sutrino) con volontà e consenso del presbitero Valerio Pichio vicario generale del vescovo di Sutri e del doct. jure Tranquillo Pichio e magistro Fabio Pertuselli sutrini, fittuari e locatari dei beni e frutti della chiesa di S.Giovanni del Tempio vendevano a Antonio di Gubbio detto Jannota dimorante in Sutri una vigna di 13 zappe posta in sutri in contrada Pian Ceraso per il prezzo di scudi 12,5 [atto del notaio Paolo Pierleoni vol.187].

Il 5 dicembre del 1538 il Domino Girolamo Schiattensi procuratore e fratello di frate Giovanni Battista Schiattensi Comandatario e precettore di S. Maria in Carbonara di Viterbo, nominò procuratore del fratello Giovanni Battista il sutrino Fabio Sabba presente e accettante per ogni lite, controversia e persona ed unitamente al presbitero Valerio Pithio Vicario generale del Vescovo di Sutri si impegnava a redigere l’inventario di ogni bene e possessione della chiesa di S.Giovanni del Tempio di Sutri, membro annesso della predetta S.Maria in Carbonara di Viterbo [atto del notaio Gianbattista Ladislai volume 170].

Il 5 marzo del 1543 il sutrino Giacomo fu Serafino Pezuti detto “Pezzuto” dona e concede al giovane Giovanni Battista fu Giacomo Celluzzi sutrino ogni miglioramento che detto Pezzuto ha su un casaleno sito nel borgo di Sutri, confinante con la chiesa di S.Giovanni del Tempio, proprietà Filippo Bergatti, via pubblica e altro lato di proprietà della Chiesa di San Giovanni del Tempio della città di Sutri membro di Santa Maria in Forcassi di Vetralla, censuato annualmente bolognini 15. Tale donazione Pezzuto la fa con licenza e volontà del maestro Fabio Sabba Pertuselli di Sutri procuratore del frate Giovanni Battista Schiattensi di Roma Rettore della chiesa di San Giovanni del Tempio, presente e consenziente [atto del notaio Giovanni Cialli volume 306].

Il 21.5.1557, il Domino Giulio Schiattensi, romano, procuratore del fratello Rev. Domino Giovanni Battista Schiattensi milite Gerosolimitano, nominò suo procuratore, attore e sostituto Mariano fu Agostino Petrilosci di Sutri [atto del notaio Giacomo Antonio Ritozza volume 334].

Il 21.4.1591, l’Ill.mo Domino Vincenzo Ginori, Cavaliere Gerosolimitano e Comandatario della chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri, dichiara che fra i vari beni spettanti alla Commenda vi è un casaleno con muri diruti urgente di restaurazione in quanto non produce frutti. Il casaleno è posto nel borgo sutrino e confinato con la Chiesa di S.Giovanni del Tempio, proprietà Fabiano Celluzzi, valle S.Angelo verso il Coliseum e altro lato. Il domino Vincenzo Ginori dà in locazione in enfiteusi perpetua a Antonio e Tullio fu Francesco Cacchioni di Sutri, sempre riservato il beneplacito della Santa sede Apostolica, al fine di restaurare dai fondamenti il casaleno e fabbricare una casa. Il prezzo annuale della locazione ammonta a 75 bolognini annuali da pagare alla festività della beata Vergine Maria nel mese di agosto eccetto il primo anno che è gratuito [atto del notaio Evangelista Trinciante volume 426].

Il 12.6.1597 Ser Antonio Biagio Mezzaroma (notaio) sutrino, procuratore del frate Domino Vincenzo Ginori Comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo dà in locazione un casaleno sito in suburbio di Sutri al confine con la chiesa di S.Giovanni del Tempio, membro di detta Commenda, con i beni di S.Spirito in Saxia de Urbe e parte anteriore via pubblica e parte posteriore valle S.Angelo al mastro Paolo Fratocchio di Ronciglione, carpentario, residente in Sutri per l’annua pensione e fitto di Giuli sette per ogni anno. Inoltre il locatario e suoi successori dovevano far celebrare tante Messe e reperire elemosina per dette messe da consegnare al Comandatario o suo procuratore, con patto espresso che nel corrente anno il locatore era esentato dal pagamento della pensione [atto del notaio Domenico Cialli volume 441].

Il 14 dicembre 1618, il Comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo frate Sisto Mario dei sigg.i Marchioni di Cena dava in locazione a mastro Giovanni fu Prospero di Vignanello residente in Sutri  tutti i beni della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri per 3 anni per il fitto di scudi 26 e due fagiani maschi da pagare in due rate: scudi 14 nella festa di S.Maria Vergine nel mese di agosto e i residui 12 scudi  a Natale da pagare in Viterbo. Il fittavolo era obbligato di tenere in buona cura la Chiesa di S.Giovanni del Tempio e far dire una messa il giorno di San Giovanni [atto del notaio Domenico Cialli volume 450].

Il 7 dicembre del 1659 il dottore Giuseppe Perelli canonico della cattedrale di Sutri e procuratore dell’Ill.mo Cavaliere Giovanni Battista Ansidei di Perugia Comandatario San Giovanni Gerosolimitani della Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo, locava ed affittava al Domino Alessandro Carlo Cialli figlio del fu Giovanni Battista di Sutri ogni bene della Chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri per la durata di 3 anni per il fitto annuale di 25 scudi alle seguenti condizioni:

-che i beni che si locano sono descritti nel Cabreo di detta Commenda che sono come l’ha goduti l’ultimo affittuario;

-che il sig. Alessandro non possa pretendere alcun defalco per causa di peste, guerra, carestia in detto fitto ed altri casi benché fortuiti e impensati;

-che le macchie o selve non si intende comprese in detto fitto e che il sig. Commendatore possa tagliarle e farne quel che gli pare;

-che esso Alessandro Carlo Cialli affittuario goda e possa godere tutte le grazie ed esenzioni e privilegi che godono simili affitti dei beni spettanti alla Sacra Religione di Malta, secondo le concessioni fatte dai Sommi Pontefici [atto del notaio Antonio Pucciolelli volume 547].

Il 6.6.1670 il nobile perugino frate Giovanni Battista Ansidei, Comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo locava i beni della chiesa di San Giovanni del Tempio di Sutri ai sigg. Francesco e Giuseppe del fu Fabiano Nesule per tre anni per il fitto annuale di 20 scudi da versare in due rate annuali, la prima rata alla festa di S.Giovanni Battista e la seconda rata a Natale. Nella locazione non è compresa la selva di Capo Ripa. I locatari si impegnano il 24 giugno di ogni anno festa di S. Giovanni Battista di far dire una o due messe nella chiesa di S.Giovanni del Tempio [atto del notaio Michelangelo Suscioli volume 551].

Il 31.8.1683 il sig. Giuseppe Nesole sutrino, procuratore e sostituto del Commendatario frate Americo Capponi di Roma a sua volta procuratore dell’Ill.mo frate Roberto Strozzi dell’ordine di S.Giovanni Gerosolimitani, milite Veneranda lingua Italiana e Comandatario della Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo, prese possesso di un terreno posto in territorio di Sutri in località Pian Porciano di proprietà della Chiesa di S.Giovanni del Tempio di Sutri [atto del notaio Angelo Antonio Nesola volume 564].

Il 19.3.1694 il sig. Giuseppe Nesole sutrino, procuratore del sig. Cav. Ottavio Tancredi Comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo, aveva alienato il taglio di una selva in Sutri in località Capo Ripa di proprietà della chiesa di S. Giovanni del tempio per l’importo di scudi 40 [atto del notaio Antonio Pucciolelli volume 549].

Il 14.1.1817 il nobile uomo Cavaliere frate Carlo Candida possessore della Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo nominava suo procuratore il sig. Odoardo Cialli di Sutri per la gestione di tutti i beni posseduti dalla chiesa di S. Giovanni del Tempio, in virtù delle facoltà accordatele dalla sua sacra Religione Gerosolimitana in Malta, in data 8.1.1795. Atto fatto in Viterbo nell’ufficio civile di me notaro posto sotto la parrocchia di S.Angelo in Spada in via nova Farnesiana presenti i sigg. Giacomo fu Lorenzo Tedeschi e Giovanni Battista fu Pietro Camilli. Notaio Pietro Anselmi [atto del notaio Luigi Patricelli volume 717].

 

LA RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA e RESTAURO DELL’OSPEDALE

Il 13 Agosto del 1399 il precettore e comandatario dell’Ospedale di S.Giovanni del Tempio contiguo la Chiesa, che dava ricovero a poveri, infermi e pellegrini, era il frate Mattuzio Cagnozzi di Tuscania, dell’ordine dei Gerosolimitani, il quale aveva locato per cinque anni un pezzo di terra in località Pian Ceraso a Antostiolo Blasi per il costo di 7 fiorini e mezzo, somma necessaria a riparare il tetto e pareti laterali dell’Ospedale che minacciava rovina [atto del notaio Stefano Marcoli volume 12 prot. 1279].

Il 10.2.1511, il frate Giovanni Battista Pratelli di Cortona, milite gerosolimitano, perpetuo comandatario di S.Maria in Carbonaria di Viterbo e amministratore della Chiesa di S.Giovanni del Tempio di Sutri ed il magistro Ambrosio fu Orlandi del Forno muratore di San Columanno, abitante in Sutri, stipularono l’atto di convenzione che prevedeva, previo assenso della Sede Apostolica, la demolizione della vecchia Chiesa di S.Giovanni del Tempio e ricostruzione di una nuova Chiesa, di latitudine e longitudine di 2 canne per ogni lato, con volta cruciata elevata in proporzione alla latitudine e longitudine, con costruzione della Tribuna atta ed idonea in capo della chiesa, per il costo di carlini 8 per ogni muro da completare entro un anno dalla stipula, inoltre frate Giovanni Battista Pratelli esenta il magistro Ambrosio dal pagamento annuale di bolognini 27 sulla casa che magistro Ambrosio possiede e censuata chiesa S.Giovanni del Tempio [atto del notaio Berardo Curzi volume 139].

Il 19.3.1522, il magnifico e generoso uomo frate Giovanni Battista Pratelli, milite Gerosolimitano, comandatario e precettore di S.Maria in Carbonara di Viterbo e Priore del venerabile Ospedale di S.Giovanni del Tempio di Sutri, membro di detta precettoria, unitamente al venerabile presbitero Mariano Magnanti canonico sutrino e il presbitero Valerio Pythio vicario del Vescovo Giacomo Bongalli di Sutri e Nepi, vendeva ed alienava una casa in Sutri in contrada Mesagne a confine con la Chiesa di S.Biagio (oggi via Roma, dopo l’arco di S.Lorenzo) e via pubblica in due lati, con l’autorizazione della Camera Apostolica romana, a favore del magistro Ambrosio fu Orlandi del forno di San Columanno per l’importo di 20 ducati per tanti lavori da eseguirsi dal magistro Ambrosio per il restauro dell’Ospedale di S.Giovanni del Tempio, oltre 27 ducati di censi e canoni provenienti dalle rendite della chiesa di San Giulio di Civitavecchia, membro di S.Maria in Carbonaria di Viterbo. I lavori di riparazione, frequentazione e restaurazione dell’Ospedale di San Giovanni del Tempio dovevano essere eseguiti entro il prossimo mese di giugno [atto del notaio Scipione Quaglioni volume 89].

Il 5.11.1670 nella visita del Card. Giulio Spinola Vescovo di Sutri e Nepi, la Chiesa fu ampliata e ricostruita e tutti gli altari furono rinnovati. Il frate G.Battista Ansidei comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo dichiarò che a fronte delle spese sostenute era stata venduta una selva cedua di proprietà della Chiesa di S.Giovanni del Tempio.

Dopo il rinnovo e ampliamento, la gestione della Chiesa veniva affidata annualmente ad un sutrino, democraticamente eletto a votazione segreta, definito “Signore” il quale gestiva la festività di S.Maria Assunta e la festività di S.Giovanni.

Nel 1675 il “Signore” della Chiesa era il sutrino Cesellio Santipaoli il quale aveva consegnato a Giacomo Romano “Signore” dell’anno 1676 i seguenti arredi sacri:

-un calice con sua patena;

-una pianeta di capricciola e seta fiorata bianca e rossa guarnita di merletto di color d’oro;

-un parato dell’istessa robba con cuscino guarnito del medesimo merletto;

-una pianeta di seta pavonazza con trina turchina e gialla;

-una pianeta di drappo salvatico rossa, bianca, verde ed altri colori con trina e francetta del medesimo colore;

-un parato d’Amuer verde pavonazzo bianco guarnito di trina d’oro salvatico con due cuscini simili;

-un parato di tela stampato negro e giallo, con due cuscini d’Amuer salvatico di colore leonato, rosso, bianco e altri colori;

-un parato di drappo salvatico rosso e bianco con merletto giallo e francia bianca con un par di cuscini di rete; -   un Messale;

-due campanelli uno grande e uno piccolo;  -un piattello con due ampolline;

-una scatola d’ostie con un altro scatolone pur da ostie;

-cinque Corporali e cinque palle con quindici purificatori;

-quattro borse una bianca e rossa, una rossa e due altre di color misto;

-un velo da calice di seta bianco, rosso, giallo e pavonazzo, altro bianco e color di foco, uno pavonazzo e uno bianco rigato rosso;

-tre veli per coprire la Madonna, uno verde, uno rosso e l’altro color di carne;

-due camisi con sui arremitti e cordone uno novo e l’altro usato;

-due tovaglie una lavorata di seta rossa e l’altra rossa, bianca e verde con suo merlettino;   -una tovaglia di cortina con merletto grande fiamengo;

-un’altra tovaglia bianca lavorata di seta rossa con merletto bianco e rosso;

-un’altra tovaglia di filondente inbammaciata;

-quattordici altre tovaglie guarnite con reticella e frangie bianche tra nuove e usate che in tutto sono 17;

-quattro sciucatoro di filondente con francie bianche e due di panno, uno lavorato di seta rosina e l’altro con francia bianca;

-undici fazzoletti due lavorati con seta e l’altri bianchi;

-due lampade una d’ottone e una di maiolica;

-una gloria con lavabo e in principio inargentati;

-sei candelieri e croce inargentati;

-sei vasi inargentati con dodici rami di fiori tra novi e usati;

-una croce con crocifisso d’ottone e due candelieri di legno e quattro vasi vecchi;

-un calderozzo di rame;

-un smoccolatore da smorzar le candele;

-un bossolo di rame da far la cerca;

-un vezzo di granate fine;

-una faccetta ricamata per coprire la tavola dell’altare;

-un rituale;

-un campanello deorato per andare per la Città quando si sona la messa.

 

I LEGATI TESTAMENTARI

Il 4 giugno 1550 il maestro Fabio fu Sabba Pertuselli sutrino, dettò il proprio testamento dichiarando di lasciare 3 scudi alla chiesa di San Giovanni del Tempio per la riparazione del tetto e dipingere due figure una la Madonna e l’altra San Sebastiano [atto del notaio Domenico Palozzi volume 255].

Il 7.4.1673 il testatore sutrino Giuseppe fu Agostino Zuchi, lasciava alla Chiesa della Madonna del Tempio scudi 30 per celebrare 3 messe all’anno in suffragio dell’anima di esso testatore [atto del notaio Angelo Antonio Nesola volume 561].

Il 31.8.1674, il testatore dott. Pietro Delagè di Nimes in Francia, al presente residente in Sutri, lasciava alla Chiesa della Madonna del Tempio la somma di scudi quattro per fare una mezza corona d’argento in capo alla Beata Vergine [atto del notaio Angelo Antonio Nesola volume 561].

Il 28.1.1682 la testatrice nobile Francesca Lavinia figlia del fu Rogerio Rogeri lasciava alla Chiesa di S.Giovanni del Tempio, scudi 10 per un parato e due cuscini all’altare maggiore della Chiesa con condizione che nel parato doveva essere dipinta l’Arme della sua famiglia -leone rampante che mangia una serpe- [atto del notaio Giovanni Battista Cialli volume 573].

Il 13.1.1731, il testatore Liberato Rofolo sutrino, dichiarava di lasciare la somma di scudi 24 e bolognini 48 per indorare l’immagine della Madonna del Tempio [atto del notaio Liberato Mancinelli volume 639].

 

LE RECENTI VICENDE DELLA CHIESA

Nella visite effettuate dai Vescovi Francesco Giusti del 12.4.1689, dal Card. Savo Millini il 9.5.1696, e successivamente da Giuseppe Cianti Arberinus l’11 marzo del 1704, sappiamo che nella parete dell’altare maggiore era dipinta l’immagine della Beata Maria Vergine e l’infante Gesù ed a destra era l’immagine di S.Giovanni Battista e a sinistra l’immagine di San Girolamo. Nelle pareti laterali c’erano altri due altari dipinti, uno con il titolo di S.Onofrio, costruito e jus patronato della nobile famiglia sutrina di Ser Giovanni Battista Cialli (notaio) e l’altro con il titolo di Santo Stefano. La festività della Chiesa si celebrava la seconda domenica di Agosto (S.Maria Assunta in Cielo) con intervento del Capitolo della Cattedrale, autorità e banda musicale, ed altra messa solenne era celebrata nella festività di San Giovanni Battista (24 giugno), le messe ordinarie si celebravano il sabato e la domenica.

Nella visita del Card. Pietro Panfili dell’11.12.1772, gli altari laterali dedicati a Santo Stefano e S.Onofrio risultavano interdetti, il tetto del Sacrario doveva essere restaurato, l’acque pluviali perennemente stagnanti all’esterno della Chiesa danneggiavano le pareti. Lo jus patronato della Chiesa spettava a Giuseppe Mancinelli sutrino quale affittuario dei beni.

La Chiesa con l’annesso circostante terreno di circa 100 mq. all’inizio del 1900 era di proprietà (jus patronato) della nobile famiglia di Salvatore Montenero originaria di Bassano di Sutri  poi in Capranica. Successivamente il 26.6.1945, in un appunto reperito presso l’Archivio diocesano di Nepi, la Chiesa ed il terreno annesso furono trasferiti gratuitamente da parte dell’Ing. Sansoni e della moglie Gabriella Montenero al Vescovo pro-tempore di Sutri, evitando di venderla ad un privato che l’avrebbe adibita a stalla, per rispetto dei Cavalieri di Malta. Il Capitolo della Cattedrale accetta l’offerta gratuita della Chiesa, da adibire ad oratorio festivo per i ragazzi, ma chiede la restaurazione del tetto ed una rendita annuale per mantenerla al Culto.

Negli anni 60, seguita la famosa nevicata del 1956 che tanto danno reca alle strutture murarie ecclesiastiche, in particolare i tetti delle Chiese rurali (vedi le Chiese di S.Fortunata, Madonna del Carmine, Madonna della Grotta e San Giacomo), si intensifica l’opera di profanatori e saccheggiatori, facilitati anche dalla negligenza di concittadini e dall’incuria del clero. Dapprima la chiesa viene adibita a deposito di bombole di gas e successivamente a ripostiglio di carcasse di gomme di auto. Nel dipinto dell’altare principale vengono asportate le immagini di S.Giovanni e San Girolamo.

 

 CENTRO SERVIZI

Nel novembre dell’anno 2000 si dà inizio ai lavori di restauro della Chiesa della Madonna del Tempio. I lavori di ristrutturazione termineranno nell’anno 2002 e la Chiesa viene adibita a centro servizi del parco urbano della città di Sutri, con il beneplacito dell’ente nazionale adibito alla conservazione di tali beni. L’ente gestore del Parco Regionale dell’Antica città di Sutri ha di recente posto di fronte la Chiesa un cartello turistico, nel quale notizia i visitatori che la stessa era una stazione di posta per la cura ed il ristoro dei pellegrini e dal XV secolo era un membro della Commenda di S.Maria in Carbonara di Viterbo, come riportato nella stele soprastante l’accesso,

anche se la documentazione notarile al contrario informa che la stele marmorea fu apposta dal Cav. Ottavio Tancredi, Comandatario di S.Maria in Carbonara di Viterbo, alla fine del XVII sec. e la Chiesa (sin dal XIV sec., come documentato) non è mai stata adibita a stazione di posta e ristoro per pellegrini…

 

 

Sutri- Burgus Major - Chiesa di S.Giovanni del Tempio

 

Chiesa S.Giovanni del Tempio

 

Stemma Commenda S.Maria in Carbonara di VT – del 1694